La mia formazione ad indirizzo dinamico parte dall’assunto di Freud che alla base dei sintomi e della sofferenza psichica ci siano delle forze inconsce, non conosciute che hanno agito e continuano a produrre degli effetti nella vita di ciascuno di noi. Si tratta in sintesi di una ricerca, di una tensione verso ciò che è ancora oscuro in se stessi e di apertura fiduciosa nei confronti della dimensione inconscia, creativa, rinnovatrice della nostra mente.
Tenere sempre presente l’inconscio come luogo che sfugge alla padronanza dell’Io e sede della verità più intima della persona è il punto fondamentale di una “formazione ad orientamento dinamico”.
La psicoterapia prende l’avvio dopo un primo colloquio dove viene ascoltata la richiesta di aiuto per poi passare ad esplorare gli stati d’animo, i sentimenti e i vissuti, includendo anche gli aspetti contraddittori, le dimensioni problematiche e tutte le altre esperienze che il paziente non è capace di riconoscere o interpretare.
Nessun percorso può essere precostituito ma si realizza in base ai bisogni personali e alle specifiche problematiche di ciascuno. Il rapporto umano che si instaura è di profondo rispetto della persona e fondato sul reciproco impegno nel condividere e partecipare in modo attivo al processo di cura.
Ciò che si farà durante le sedute sarà ripercorrere la propria storia personale per far emergere ciò che sfugge al governo della coscienza, comprendere i meccanismi di difesa messi in atto per proteggersi dalla consapevolezza di idee e sentimenti dolorosi affinché si possa lavorare su una loro rielaborazione ed arrivare ad una riorganizzazione del proprio mondo interno.
Durante questo processo paziente e terapeuta, seppure con ruoli diversi hanno entrambi un ruolo attivo. Il terapeuta ascolta la persona raccontare la propria storia, col proprio linguaggio, con i propri tempi e con il proprio modo di strutturarla. Il paziente da parte sua, traducendo in parole i suoi vissuti comprende quello che prova e perché lo prova sperimentando la libertà interiore di padroneggiare le proprie emozioni.
Durante il flusso del dialogo paziente – terapeuta oltre alla risoluzione del sintomo, si mette in moto un processo interno di riflessione su se stessi che continua nel tempo.
Tutto ciò permetterà di gettare nuova luce sulle proprie vicende di vita e ad esperire in modo diverso se stessi e le relazioni.
In qualità di terapeuta ad orientamento dinamico io stessa per prima sono stata paziente ed ho affrontato questo percorso di approfondimento personale per poter poi esercitare in modo serio e responsabile la professione.