Dott.ssa Anna Bernardi
Se nell’innamoramento ciò che si sperimenta è uno stato d’Essere monolitico, privo di divisione e pieno di sovrabbondanza, la dimensione dell’amore si snoda lungo un percorso di differenziazione e di incontro. Differenziarsi presuppone innanzitutto rinunciare alla “fusione” per poter raggiugere autonomia, sviluppo pieno e appagante delle proprie potenzialità, integrazione fra pensiero e sentimento, un saper stare in intimo contatto con l’altro sia mantenendo un senso di sé nell’interazione, sia permettendo agli altri di mantenere il loro.
Nella coppia è essenziale la distinzione di due individualità: del tutto illusorio sentirsi “uno”. Farlo comporterebbe perdere la propria identità, mettere a tacere i propri bisogni e interessi, non ritrovare più i propri confini personali, mescolando nelle proprie storie, pensieri, azioni, responsabilità. Ciò significa essere in grado di entrare in contatto con il proprio nucleo profondo, conoscersi, possedere stima e fiducia in sé, raggiungere un proprio assetto personale.
Altrettanto illusorio ritenere che l’amore sia appagamento di una mancanza, di una incompletezza che qualcuno con la sua presenza colmerà. Se non si è data una risposta ai propri “vuoti” nessuno potrà farlo al posto nostro. È solo a partire da un rapporto equilibrato con se stessi che si potrà costruire una positiva relazione con l’altro.
L’amore non contempla neanche ritenere il partner una figura di appoggio in quanto la reciprocità, lo scambio sono fondamenta imprescindibili in una coppia. Nella reciprocità non si sta insieme per interiore dipendenza o necessità di una compensazione, ma si vive un rapporto dinamico di parità. Parità intesa non semplicemente come equa distribuzione all’interno della coppia di incarichi o di collaborazione, ma come un porsi allo stesso livello per ciò che riguarda il valore di ognuno dei membri nelle decisioni, nella libertà di scelta, nelle convinzioni, nelle proposte e nei cambiamenti.
Un amore maturo sa procedere verso un graduale assorbimento dell’Ideale. Alla fase della passione e della illusione in cui ogni differenza mira ad essere annullata segue quella del rispetto nel senso etimologico del termine (dal lat. Respectus -us, der. di respicĕre guardare indietro, ri-guardare). Guardare di nuovo il partner, riconoscerlo nella sua realtà, nella concretezza vitale delle sue caratteristiche. Un rapporto è tale se non viene negata autonomia e singolarità, se non lo si vede per quello che è senza usare il filtro dei nostri desideri e aspettative o, cosa che sarebbe ancora peggiore, senza gravarlo del peso delle nostre proiezioni mentali. Così facendo si finirebbe con il non riconoscere all’altro la sua stessa dignità di persona per conformarlo ai propri fantasmi interni.
Amore maturo è entrare in relazione con la singolarità e unicità che contraddistingue ognuno di noi nel modo di essere, vedere, sentire, vivere l’esistenza. È un impegno serio, faticoso che richiede la capacità di accettare il limite senza pretese di cambiamento. Necessita di dedizione, tenacia, cura, pazienza, attesa, attenzione focalizzata sulla qualità del rapporto. In questa interazione dinamica vanno quindi investiti tempo ed energie, la volontà di affrontare gli inevitabili ostacoli di un cammino a due. La condivisione che deriva da tale legame apporterà valorizzazione reciproca e crescita personale. Quello che affascina in questo percorso, che pure potremmo descrivere all’infinito, è il perenne alone di mistero che comunque ammanta l’amore, che usando le parole di Carotenuto “è una esclusiva prerogativa della nostra anima”.