Dott.ssa Anna Bernardi
L’approccio psicodinamico al trattamento degli attacchi di panico, come dimostrato dalla letteratura e dalle ricerche empiriche, risulta essere notevolmente efficace nei risultati e permette altresì di comprendere i fattori implicati nel disturbo.
Partendo dall’idea della inspiegabilità di ciò che colpisce la persona senza preavviso, il terapeuta aiuta il paziente nella scoperta che ciò che avviene sia la rappresentazione di qualcosa.
Cosa può raffigurare una costellazione così pervasiva di sintomi?
Nei racconti di chi subisce gli attacchi di panico emergono quasi sempre difficoltà relazionali e sono particolarmente evidenti conflitti che coinvolgono rabbia, separazione, autonomia.
Lo svincolo dal proprio nucleo familiare, dalla propria madre, da legami e situazioni può essere vissuto con forti sensi di colpa, angoscia che vengono rimossi ed espressi attraverso i sintomi: è il corpo a parlare per noi.
Esplorando i meccanismi usati per disconoscere, cioè respingere come non propri, affetti negativi e ponendo grande attenzione ai pensieri e comportamenti che fanno seguito all’attacco, il paziente diviene pian piano consapevole che attraverso il disturbo si sta difendendo da emozioni forti, da fantasie distruttive, da paure connesse all’attaccamento, alla perdita e alla dipendenza. Sono questi i nuclei da districare.
È un’operazione non semplice ma possibile attraverso un’adeguata psicoterapia.
L’affrancamento, nel senso etimologico del termine, comporta la liberazione da uno stato di soggezione attraverso una lotta in questo caso tutta combattuta all’interno di se stessi. Emanciparsi da vincoli affettivi coercitivi, dal sistema familiare, da relazioni invischianti o da situazioni di lavoro e ruoli che non ci appartengono più, è impresa ardua. Separarsi lo è sempre. Ma in questo caso è una divisione che permette di ricongiungerci con le nostre emozioni più vere e con le energie che scaturiscono dal profondo.
È impossibile determinare da soli la propria esistenza. Siamo tutti immersi nei legami, ma avere coscienza e conoscenza di sé, affrontare senza condizionamenti la propria esistenza non comporta necessariamente la perdita di libertà, della sicurezza e protezione. Si tratta invece di dare importanza ad ogni passaggio nelle fasi della vita e fare spazio al cambiamento.